Pubblico Impiego, il messaggio di Brunetta non dà adito a dubbi: fannulloni da quattro soldi, tornate a lavorare. La risposta è lo sciopero generale dell'11 ottobre
FANNULLONI DA QUATTRO SOLDI TORNATE A LAVORARE
Il messaggio forte e chiaro che il Ministro della Pubblica Amministrazione lancia al paese non lascia adito a dubbi.
Tornate a lavorare massa di fannulloni visto che in questi due anni avete fatto la pacchia e se proprio insistete sullo smart working, sicuramente non sarà quello svolto durante la pandemia.
E’ uno smart working all’insegna della produttività, dei progetti, dell’accordo a tu per tu con il datore di lavoro e se per portare a termine il progetto devi lavorare anche di notte sono cavoli tuoi.
E per chi si illudeva che brunetta fosse cambiato o che questo governo fosse dalla parte dei lavoratori, alias delle fasce più deboli, oggi finalmente è chiaro a tutti dove vogliono andare a parare.
Il faro di lor signori sono le imprese, i cittadini vengono menzionati in maniera incidentale, quindi tutti in presenza perché le imprese devono ripartire e i consumi anche.
Si rientrerà in ufficio a scaglioni, il che lascia presagire orari di lavoro dilazionati nella giornata, orari elastici che deciderà il padrone e non la contrattazione.
Ormai tutto è stabilito e che la cosa sarebbe finita così ben lo sapevano i sindacati firmatari del patto sul Pubblico Impiego.
Ma ai sindacati firmatari premeva incassare l’accordo sul fondo Perseo e con la trappola mortale del silenzio assenso in cambio hanno svenduto, ancora una volta, le lavoratrici e i lavoratori.
In sostanza in questi mesi stiamo assistendo ad un vero e proprio attacco ai pubblici dipendenti che non si limita al fannullonismo ma che mette in discussione anche le capacità lavorative.
Infatti con le nuove modalità di reclutamento il “governo dei migliori” implicitamente sta dicendo, ai pubblici dipendenti in servizio, non abbiamo bisogno di gente come voi, incapaci di stare al passo con i tempi, abituati ad essere fancazzisti, quindi scegliamo noi i migliori (sarà vero poi che saranno i migliori?) e li mettiamo a dirigere e raddrizzare questa baracca.
Vorrebbero una pletora di yesmen pronti a farsi la guerra e a schiavizzare i sottoposti pur di raggiungere obiettivi e premi ad essi collegati.
Un governo dalla parte dei poteri forti e delle banche e mentre il paese è messo in ginocchio dalla pandemia, si affacciano all’orizzonte tante nuove tasse e aumenti indiscriminati sui beni di prima necessità.
Fondamentalmente i ricchi diventano sempre più ricchi mentre i poveri diventano sempre più poveri.
Un governo composto dalle anime più disparate che con la scusa di salvare il paese non hanno rinunciato a mettere le mani nella torta sostanziosa dei miliardi europei.
Un governo che, attraverso la manovra subdola di rendere obbligatorio il green pass per tutte le lavoratrici ed i lavoratori, non ha avuto neppure il coraggio di assumersi la responsabilità di obbligare tutti al vaccino.
Al di là dei torti e delle ragioni sicuramente il green pass non è di per sé garanzia di immunità dal virus, tanto più che l’obbligo di esibirlo non è per tutti.
Infatti negli uffici giudiziari chi vi lavora non può accedere senza green pass ma chi lo frequenta, tanto quanto quotidianamente, come avvocati, periti ecc… non ha lo stesso obbligo.
In questo contesto, che ci presenta un conto salatissimo a noi ed alle generazioni future sia in termini economici che di disastri naturali, l’unica voce fuori dal coro è quella della USB.
USB che ha indetto lo SCIOPERO GENERALE per lunedì 11 OTTOBRE 2021 i cui temi centrali saranno la contrapposizione ai piani di super sfruttamento, alla precarietà, alla disoccupazione, alla devastazione sociale e ambientale imposti dai padroni su scala nazionale e internazionale, allo smantellamento della Pubblica Amministrazione.
Un attacco senza precedenti che merita una risposta senza precedenti.
Non è più tempo di coltivare i propri piccoli orticelli strumento, nelle mani delle Amministrazioni e sindacati complici, di distrazione di massa per portare a compimento la macelleria sociale.
Anche la Giustizia non è indenne, anzi è al centro delle trasformazioni. Per chi segue attentamente il piano di riforme che interessano la giustizia si rileva un’accelerazione sul piano del lento ed inesorabile declino del servizio per la cittadinanza a tutto vantaggio delle imprese.
LA TUA INERZIA E’ LA LORO FORZA
E’ TEMPO DI SCENDERE IN PIAZZA
L’11 OTTOBRE ESPRIMI IL TUO DISSENSO
CON USB SI PUO’