Se 404 morti di lavoro vi sembrano pochi: il 26 maggio scioperiamo anche per chiedere l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro

Roma -

Secondo il monitoraggio che Unione Sindacale di Base e Rete Iside portano avanti per quanto riguarda le morti di lavoro in Italia, od oggi 25 maggio, sono ben 404 i decessi riconducibili all’attività lavorativa nel solo 2023. Alla viglia dello sciopero generale proclamato da USB con l’adesione e l’appoggio di Rete Iside, rinnoviamo i nostri sforzi per fermare la strage di chi lavora con l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro nel codice penale.

Tantissimi sono i decessi in itinere, quasi un quarto del totale: ben 91, infatti, hanno perso la vita andando e tornando dal posto di lavoro. Una cifra altissima che, otre ad accendere i riflettori sullo stato disastrato della viabilità nel nostro Paese, dovrebbe far riflettere su turni notturni troppo gravosi e orari di lavoro impossibili da sostenere. Moltissime tra queste vittime, inoltre, sono donne che si alternano tra il lavoro di cura a casa e il lavoro salariato fuori, mettendosi al volante in condizioni psicofisiche precarie.

Continuano, inoltre, le tante morti nei cantieri edili: nelle ultime ore due operai sono stati schiacciati da rocce e terra a Monopoli, in Puglia, mentre lavoravano allo scavo per delle condutture fognarie. Purtroppo eventi del genere fanno sempre meno notizia in Italia, come se morire nei cantieri, soprattutto al sud, fosse qualcosa di completamente normalizzato; ma non esistono morti di lavoro di serie a e serie b: nei cantieri spesso le norme a tutela di salute e sicurezza non vengono rispettate, per velocizzare i lavori e poter passare in fretta al prossimo appalto e alla prossima commessa. In più dobbiamo notare come i due uomini avevano rispettivamente 64 e 62 anni: un’età in cui si dovrebbe, a nostro avviso, essere in pensione e non in cantiere. Il progressivo innalzamento dell’età pensionabile sta causando una vera e propria strage di lavoratrici e lavoratori in avanti con gli anni.

USB e Rete Iside, che da anni collaborano su salute e sicurezza sul lavoro grazie ad un protocollo d’intesa su questo tema fondamentale, portano avanti la campagna per introdurre il reato di omicidio e lesioni gravi e gravissime sul lavoro: la nostra proposta è recentemente diventata una legge di iniziativa popolare, nelle prossime settimane comunicheremo importanti novità sulla raccolta firme. Invitiamo i lavoratori e le lavoratrici a scendere in piazza e a scioperare il 26 maggio, anche per la salute e la sicurezza sul lavoro, perché l’unica cifra di morti di lavoro accettabile è zero.

Unione Sindacale di Base

Rete Iside